Era un normale pomeriggio di novembre quando 3 amici dagli angoli più remoti dell'Italia, riuscirono finalmente ad incontrarsi dopo anni d'attesa.
I tre si incontrarono per vedere un film, però non sapevano che quel pomeriggio era tutto meno che normale.
"Minchia comunque che freddo che fa eh" disse Riccardo coprendosi la bocca con la sciarpa.
"Bha onestamente io non sento chissà quanto freddo" rispose Tajvi.
"Aspe' cosa? non vi ho sentito" replicò Eugenio mentre guardava il telefono.
Tajvi e Riccardo alzarono gli occhi al cielo imprecando.
"Comunque fa proprio freddo eh?" disse Eugenio ignaro di quello che stesse succedendo.
"Vabbè lascia stare" rispose Riccardo alterato. Tajvi sorrise divertito.
Quello che succedeva ogni volta nelle loro chiamate online, stava accadendo anche nella realtà, con Eugenio che non capisce nulla.
I tre dopo aver visto il film, uscirono dalla sala del cinema, soddisfatti della visione.
Mentre camminavano il simpatico del gruppo, Tajvi, mormorò: " Ao ma immaginate se come nel film ci investono" .
Non ebbe neanche il tempo di finire la frase che sentirono un clacson, un camion aveva perso il controllo.
I tre ebbero appena il tempo di girarsi che vennero travolti.
Tajvi morì sul colpo, Eugenio venne lanciato e sbatté prepotentemente la testa contro un palo, mentre Riccardo morì appena arrivò l'ambulanza.
Riccardo
Riccardo non capì cosa successe, inizialmente vedeva tutto nero, per poi realizzare che aveva gli occhi chiusi.
"Eh? Dove mi trovo…" disse Riccardo confuso "Tajvi? Eugenio??" cercò disperatamente i suoi amici, ma l'unica cosa che vedeva, era una stanza completamente rossa.
La stanza era un cubo rosso acceso, sembrava quasi sangue.
"Rosso? Sangue? Cosa?" Pensò tra sé è sé.
Improvvisamente sentì un tuono, estremamente vicino a lui, quando si voltò vide una figura.
Quando si girò, vide un gigante alto circa 5 metri con 4 braccia, indossava una poderosa armatura viola, che lasciava intravedere soltanto due occhi rosso acceso.
Dietro di lui era possibile scorgere, presumibilmente, la sua arma, una mastodontica ascia, che probabilmente poteva sollevare solo con l'ausilio di tutte e quattro le braccia.
"Giovane!" iniziò il gigante, con una voce così forte da far tremare le mura "Ti starai chiedendo dove ti trovi" "No guarda, stavo facendo girotondo" rispose in modo sarcastico Riccardo, "è normale che mi sto chiedendo dove mi trovo!" urlò.
"Si ma stai calmo" replicò la losca figura "Il mio nome è Void, sono il dio dell'abisso, tu devi essere Riccardo. Ti ho portato qui per farti un dono, ho intenzione di darti una nuova vita" spiegò Void.
"Aspetta aspetta aspetta… sono morto?!" esclamò Riccardo "e Tajvi ed Eugenio?".
"è toccato anche a loro il tuo stesso destino" rispose Void "La tua nuova vita, avrà uno scopo ben preciso, a differenza della scorsa" "EHI!" esclamò Riccardo offeso "devi fermare l'avanzata degli Dei caduti, per questo obiettivo ti offrirò i miei poteri".
"Frena frena frena, Dei caduti? poteri? di che stai parlando??" chiese confuso "facciamo un passo indietro" rispose il Dio Void "400 anni fa, vi fù il conflitto più grande della storia, una guerra combattuta fra tutti gli Dei che vivevano nel Monte Olimpo. Causata dall'uccisione del nuovo re. La fazione che ha ucciso il re è stata abbattuta ed è stata buttata giù dal Monte Olimpo, questi sono gli Dei caduti, che ad oggi vogliono conquistare la terra rubando i corpi agli umani donando i loro poteri con lo scopo di distruggergli l'anima" così terminò la lunga spiegazione di Void.
"Aspetta un attimo, ma non è quello che stai letteralmente facendo tu adesso?"
"No, perchè gli Dei caduti danno una porzione molto superiore a quella che l'anima umana può sopportare, io invece ti darò la porzione corretta" "Bho mi puzza un po' ma va bene"
"Guarda che quello che puzza sei tu…" Riccardo si annusò le ascelle e sentì un odore nauseabondo "Hai effettivamente ragione…".
"Altre domande?" "Beh… il potere, in cosa consiste?" "Ah si giusto non te l'ho spiegato… il potere consiste nel generare energia, che potenzia esponenzialmente le tue doti fisiche con i danni subiti, prima di arrivare a un culmine, nel quale rilasci l'energia raccolta ".
Improvvisamente si sentì un rumore assordante… come… di un uragano?! "Eh? si parte subito? così? manco un caffè mi offri??" chiese Riccardo in agitazione "No" rispose severo Void.
L'uragano inghiottì Riccardo in mezzo a fulmini e saette, d'improvviso l'uragano svanì, i fulmini si fermarono e tutto diventò nero. Di nuovo.
Quando riprese conoscenza iniziò a sentire un bambino piangere, infastidito iniziò a guardarsi intorno, vide una struttura di legno ammuffito con un sacco di persone intorno a sé… che sembravano dei medici di dubbia provenienza… medici?!
Riccardo guardò sopra di se e vide una donna piangere.
In mezzo a tutti i suoi dubbi, continuava a sentire questo bambino piangere, stanco delle urla decise di intervenire accorgendosi che la sua voce non usciva.
Si accorse, successivamente, che il pianto era molto vicino a lui… quasi come se venisse da lui, in quel momento impallidì, il bambino era lui!
All'età di 10 anni Riccardo, Raiden nel nuovo mondo viveva in un orfanotrofio perché la madre lo aveva abbandonato in quanto era troppo povera per sostenere anche un figlio. La situazione economica dell'orfanotrofio non era molto meglio, l'insegna era fatta in legno poco lavorato e di bassissima qualità, i chiodi che la tenevano con cui l'avevano appesa erano arrugginiti quindi penzolava.
Raiden non interagiva con gli altri bambini, non era di suo interesse, pensava soltanto ed esclusivamente ad allenarsi nella magia base e nei poteri divini, per affinare le sue abilità.
Studiava anche medicina perché rimaneva spesso ferito gravemente a causa del suo potere incontrollato.
Un giorno durante i suoi allenamenti lo avvicinò un vecchio trasandato, con un cilindro e uno smoking strappato una lunga barba che puzzava di birra, i pantaloni non arrivavano neanche alle ginocchia per gli strappi e dei sandali che sembravano essere la lana nella seta.
"Oh, ragazzo che ci fai qui da solo?" chiese fiero il vecchio
"Sto pelando le patate" rispose Raiden scocciato dalla presenza del vecchio.
"Ma non vedo nessuna patata..."
"Ovvio che non ci sono, mi sto allenando con la magia"
"Magia? ah sì è un mondo magico questo"
"Ma da dove è uscito questo?" pensò Raiden tra sé e sé
Il vecchio tutto d'un tratto assunse un espressione molto seria e cambiò il tono giocoso in un tono molto severo.
"Non ti sei stancato di vivere in mezzo al fango?" chiese il vecchio accendendosi la pipa
"Dove vuoi arrivare?" rispose Raiden sospettoso
"Noto in te un enorme potenziale, ti piacerebbe entrare nella miglior accademia di magia al mondo? Posso offriti una borsa di studio che coprirebbe tutti i costi, a patto che tu accetti il mio programma di allenamento per 2 anni circa"
"Abbiamo lo stesso fine direi ... accetto"
Da quel giorno passarono due anni, e Raiden era più forte che mai e pronto a partire per l'accademia.