Aprì la finestra, cercando di captare qualche
rumore.
Yuko: "Com'è possibile che non si senta nulla?
Eppure c'è una luce sulla collina... Non posso
lasciare sola Toria.
"
Chiuse la finestra e andò nella camera della figlia:
Toria dormiva come un sasso.
Yuko (pensando tra sé e sé): "Sta dormendo... vado
a dare un'occhiata.
"
Prese una penna e lasciò un foglietto attaccato alla
porta con scritto:"Esco un attimo. Se hai bisogno chiamami.
"Aveva un presentimento strano.
Chiuse piano la porta della camera, prese il casco
da bici e si avviò verso la collinetta dietro
casa.
Cominciò a pedalare forte, diretto verso la fonte di
quella luce.
Yuko: "Com'è possibile? Nessuna esplosione,
"
nessun rumore...
Davanti a lui si apriva un sentiero sconnesso, e in
cima, dietro gli alberi brillava un bagliore
Davanti a lui si apriva un sentiero sconnesso, e in
cima, dietro gli alberi, brillava un bagliore rosso.
Intanto, a casa...
Toria si svegliò nel cuore della notte.
Toria: "Mmm... che sete."
Allungò una mano verso il comodino, ma trovò
solo il vuoto.
Toria: "Uffa, devo alzarmi..."
Si alzò dal letto e andò in cucina. La casa era
immersa nell'oscurità.
Aprì il frigorifero: la luce illuminò tutta la stanza.
Prese una bottiglia e bevve direttamente a canna.
Toria (pensando): "Papà non vuole che lo faccia,
ma ho troppa sete..."
Rimettendo la bottiglia al suo posto, si ricordò:
Toria: "A proposito... dov'è papà?"Si voltò nella penombra della cucina e chiamòToria: "Papà? Papà?!"
Nessuna risposta, solo il ticchettio dell'orologio a
scandire il silenzio.
Poi vide il foglietto sulla porta. Lo prese e lo lesse:
"Se c'è bisogno, chiamami.
"
Toria: "Mi ha lasciata da sola in casa?! Che tipo...
"
Rimettendo il biglietto dov'era, tornò a letto. Si
infilò sotto le coperte, fissando il soffitto per
qualche secondo, prima di riaddormentarsi.
Toria: "
...Speriamo che non stia combinando
casini.
"
Sulla collina...
Yuko era quasi arrivato in cima, pedalando tra i
pensieri.
Yuko (riflettendo): "Forse è un satellite? Magari ha
qualche marchingegno di atterraggio... No, non ha
senso. Un meteorite non si ferma così.
"
L'aria intorno alla collina era carica, pesante.
Un misto di adrenalina e paura - quella paura
protettiva che solo un genitore può provare.
Finalmente raggiunse la cima, lasciò la bici accanto
a un albero.
La natura era più fitta lì: alberi e arbusti lasciavano
intravedere un bagliore giallo-rosso.
Yuko: "Eccolo... ma che diavolo è? Maledette
erbacce!"Si fece strada tra foglie e rami, finché gli si palesò "davanti agli occhi: una roccia fluttuante.
Yuko: "Ma che cazzo è?! Un meteorite?
Non ci credeva.
Il meteorite sembrava pulsare, come un cuore vivo,
e i suoi segni mistici incisi brillavano di luce propria.
Yuko: "Questi segni... che vogliono dire? Non sono
comprensibili...
"
La pietra emanava un calore tiepido e rassicurante.
La paura iniziale stava lentamente svanendo,
lasciando spazio a una strana serenità.
Yuko: "Cosa sei tu...?"
Un impulso irrefrenabile lo spingeva a toccarla.
Allungò la mano, i suoi occhi fissi sulla superficie
luminosa.
Yuko: "Non dovrei... però...
"
La sua mano si avvicinò sempre di più.
Piccole scariche elettriche danzavano nell'aria.
Poi: contatto.
THUMP.
Un battito profondo risuonò sia nella roccia che nel
petto di Yuko, come se fossero entrati in
connessione.
Un'esplosione di luce accecante invase tutto.
Poi- buio